Carrozzeria Orfeo nel nuovo spettacolo racconta con il suo linguaggio brutale e grottesco i ricchi e vincenti. A Parma continua la gustosa serie di Atti unici di Čechov in scena al Teatro Due e al CPM-Sala Gavazzeni debutta lo spettacolo ad alta accessibilità “Mondi Possibili”. Mario Perrotta omaggia Calvino trattando di libertà nel suo nuovo spettacolo in scena a Ragazzola e a Guastalla. A Pavullo nel Frignano ecco il live di Pierpaolo Capovilla in sodalizio con Nicola Manzan. Al Valli di Reggio Emilia si parla del libro “Noi afghane. Voci di donne che resistono ai talebani”. A Carpi arriva Scott Yoder, songwriter e cantautore di Seattle. Sono gli appuntamenti che abbiamo scelto, tra 2 e l’8 febbraio, a Reggio Emilia, Parma e Modena e dintorni.
1.
“Salveremo il mondo prima dell’alba” di Carrozzeria Orfeo
Il teatro di Carrozzeria Orfeo ha trovato una sua curiosa consistenza in un brutalismo della sincerità, che deforma i rapporti tra i cosiddetti ultimi, gli scartati, in una esilarante produzione di insulti, di eccessi, una surreale corsa verso una parossistica e comica resa dei conti, con liti iperboliche e turpiloquio creativo. Brutalismo che è lo schermo di un bisogno, frustrato, di ricostruire dalle macerie delle relazioni umane una vita affettiva nuova, più alta e più vera, che può addirittura tracimare in un sussulto di commozione familiare nel finale di uno spettacolo come “Thanks for Vaselina”. Desta curiosità quindi “Salveremo il mondo prima dell’alba”, il nuovo lavoro, che cambia setting sociale e indaga il mondo dei vincenti, dei ricchi, “frantumati – scrive con significativa spontaneità la compagnia – da ciò che la mentalità capitalista non può comprare: l’amore per se stessi, la purezza dei sentimenti, gli affetti sinceri, la ricerca di un senso autentico nell’esistenza”. “Salveremo il mondo prima dell’alba” è in scena il 2 febbraio al Teatro Gonzaga “Ilva Ligabue” di Bagnolo in Piano (RE), il 3 febbraio al Cinema Teatro Astoria di Fiorano Modenese (MO) e il 5 febbraio al Teatro Herberia di Rubiera (RE).
2.
Triste solitario y final con Capovilla e Manzan
Un anno fa Pierpaolo Capovilla attaccava aspramente i Måneskin e con un lapidario «Si fotta la musica di merda» chiudeva un post in cui scriveva che «Essere contemporanei non significa avere vent’anni e non capire niente di quel che succede nel mondo (…) i nostri ragazzi, che sono il nostro avvenire, meritano qualcosa di meglio che la spazzatura della quale il contemporaneo vorrebbe si cibassero». Ecco ora l’occasione, con il live “Triste solitario y final”, il 2 febbraio alla Villa Settecento – La Cà di Pavullo nel Frignano (MO), per verificare il grado di vitalità di un nuovo sodalizio artistico fra Pierpaolo Capovilla e Nicola Manzan, “alla melanconica riscoperta di canzoni scritte da Capovilla nell’arco di quasi un trentennio, dagli esordi con One Dimensional Man a Il Teatro degli Orrori, passando per il disco solista “Obtorto Collo” e “Finché Galera Non Ci Separi”. Canzoni ‘chandleriane’ tristi, sentimentali e romantiche, storie di sconfitta e rammarico, in un Paese che sia avvia alla fine della storia”.
3.
Atti unici cechoviani al Teatro Due
Negli stessi anni in cui Čechov componeva i suoi racconti più maturi, nei quali si precisava la sua interpretazione amara e scettica della vita, scriveva una serie di «scherzi scenici» in cui, come nelle prime novelle, domina invece un’intonazione comica e grottesca, i personaggi sono caricature e macchiette, eppure qua e là emerge già una nota seria, profonda. Di questi «scherzi scenici» fanno parte “La domanda di matrimonio” e “L’anniversario”, dal 3 all’11 febbraio al Teatro Due di Parma, che sta riportando in scena tutti gli atti unici cechoviani, nei quali è piacevole scorgere “in minore” i germi delle opere maggiori. “La domanda di matrimonio” (1889) ha l’andamento di una farsa ed è una grottesca descrizione di tre personalità diversamente puntigliose e iraconde. Farsesco e paradossale è anche “L’anniversario” (1892), dove il giorno che doveva essere celebrativo per il protagonista diventa motivo di imbarazzo e finisce nel ridicolo.
4.
“Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà” di Mario Perrotta
Parla di libertà, di autodeterminazione, “Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà”, il 3 febbraio al Teatro di Ragazzola (PR) e l’8 al Teatro Ruggeri di Guastalla (RE), in cui Mario Perrotta estrae il personaggio di un nano, abitante del Cottolengo di Torino, dalle pagine della “Giornata di uno scrutatore” di Calvino (1962), nella quale il protagonista è uno scrutatore comunista che «riflette su cosa significa far votare deficienti e paralitici». Calvino dedica al nano una sola pagina, invece Perrotta ha scelto lui, e ne immagina tutta l’esistenza, proprio «perché – scrive Perrotta – il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà, e il Nano del romanzo ne è totalmente privo». Perrotta parte da qui ma affonda le mani liberamente negli altri scritti di Calvino «scompigliandoli e ricomponendoli, così come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo».
5.
A Finalmente Domenica “Noi afghane. Voci di donne che resistono ai talebani”
Storie di donne a cui è tolta la libertà di vivere una vita vera, piena. Storie che conosciamo grazie a un libro che riporta le testimonianze di tante che, nell’Afghanistan dei talebani non possono più studiare, lavorare, esistere. Lucia Capuzzi, Viviana Daloisio e Antonella Mariani, giornaliste di Avvenire e autrici di “Noi afghane. Voci di donne che resistono ai talebani”, ne parlano il 4 febbraio al ridotto del Teatro Valli di Reggio Emilia, nuovo appuntamento di Finalmente Domenica Sono storie intense raccolte insieme per la prima volta: di sofferenza, come quella di Roqia, che da Kabul racconta come il suo sogno di diventare pilota è naufragato nei divieti dei fondamentalisti islamici; ma anche di tenacia, come quella che nella capitale vietata alle donne ha consentito a Meena di proseguire la sua attività di catering.
6.
“Mondi Possibili”, uno spettacolo/concerto ad alta accessibilità
Debutta al CPM-Sala Gavazzeni di Parma dal 2 al 5 febbraio “Mondi Possibili”, lo spettacolo/concerto per bambini del progetto “Tutte e tutti per 1”, coprodotto da La Toscanini insieme a Fondazione Haydn e AsLiCo. “Tutte e tutti per 1” è nato a seguito della vittoria del bando 2023 del Ministero della Cultura a sostegno di progetti dedicati all’accessibilità e al coinvolgimento di artiste e artisti disabili. “Mondi possibili Ovvero la storia della Signora della Musica e del Viaggiatore” è uno spettacolo ad alta accessibilità per quartetto d’archi, voce e LIS (Lingua dei Segni Italiana) realizzato attraverso l’utilizzo di tecnologie assistive con linguaggi artistici tra loro integrati e inseriti nelle programmazioni per le scuole e le famiglie. Spettacolo in Lingua dei Segni italiana e internazionale con audiodescrizione e sopratitoli, “Mondi Possibili” si avvale della regia e drammaturgia di Manuel Renga e delle scene di Stefano Zullo. Nel cast figurano il soprano Francesca Mannino e il LIS performer Diana Anselmo che saranno accompagnati dal Quartetto d’archi La Toscanini. Il programma comprende arie di Rossini, Mozart e i brani “Un modo ci sarà” e “Mondi Possibili” di Simona Iuorio.
7.
Scott Yoder in concerto a Carpi
«Cantastorie folk scintillante, adornato di mascara e pantaloni a zampa d’elefante», “Re del Glam-Rock”. Sono le definizioni variegate che la stampa dà di Scott Yoder, songwriter e cantautore nato a Seattle, da frontman della band The Pharmacy, ha girato in tutto il mondo con il suo pop psichedelico affine alle tendenze indie rock più garage e retrò della scena della West Coast americana. Il 6 febbraio suona a Il Sorso di Carpi (MO). Adoratore dei film dell’epoca d’oro di Hollywood, che rappresentano per lui un “pozzo d’ispirazione”, nel suo look sul palco si ispira a icone del cinema come Marlene Dietrich, Joan Blondell e Katharine Hepburn, perché «il passato è un modo per viaggiare su un altro pianeta o realtà. La grande estetica teatrale di queste figure offre una possibilità di fuga. La fuga è sempre stata importante per me».
foto in evidenza: “Domanda di matrimonio” di Anton Čechov al Teatro Due (foto di Andrea Morgillo)