di Alberto Zanetti
Ha 22 anni, canta in inglese ma è emiliana. Scrive canzoni folk delicate, intime, sognanti e a febbraio è uscito il suo album d’esordio, Find a Place to Sleep. In occasione del concerto a Correggio per la rassegna gARTen, in programma domenica 24 giugno 2018, abbiamo parlato con Sara Ammendolia, Her Skin, dell’importanza del passato, del rapporto con la provincia e dell’etichetta che ha fondato.
Sei in viaggio insieme al tuo album che è anche il primo… Come è stata questa “prima volta”? Sei diversa ora o pensi, semplicemente, al prossimo?
Non mi sento diversa. Il primo vero e proprio album è qualcosa di molto importante credo. Ho dedicato tanto amore e tanto tempo a questo disco e ci sono molto affezionata, sono contenta di poterlo portare in giro. In ogni caso comunque sto già scrivendo nuove canzoni (ride, ndr).
Il tono delle tue canzoni è molto definito: malinconico, atmosferico, intimo… è il tuo normale modo di esprimerti, un’attitudine che ti piace anche in altri artisti (come un genere…) o c’è qualcosa di più personale?
Diciamo che è il modo in cui mi viene naturale scrivere, non so perché. Ci sono tanti artisti che ascolto e ammiro che adottano questo stesso approccio come Daughter o Fenne Lily ma non è stato nulla di troppo voluto o ricercato. Ho provato anche a fare cose diverse ma proprio non ci riesco. Magari poi in futuro cambierà, chissà.
La tua “vocazione” è nata durante un viaggio a Londra e canti in inglese. Ma qual è il tuo rapporto con il mondo in cui sei cresciuta. Cioè la famigerata, vituperata, idealizzata provincia (emiliana)?
Credo che senza la mia amata provincia sarebbe stato quasi impossibile per me iniziare e continuare a suonare. Sono molto contenta della realtà che mi circonda, abbiamo tanti festival in Emilia e tanti artisti che per me valgono tanto. Ne vado molto fiera!
Potrei/dovrei chiederti quali sono le tue influenze, cosa ascolti… Ma preferisco domandarti: per te dove inizia la storia della musica, la tua almeno? Sapere che c’è stato qualcuno prima ha ancora un senso? Oppure ognuno fa quel che vuole – come, dove, quando può – e ciò che conta sono esclusivamente il momento e le sensazioni?
La mia storia della musica inizia dagli Oasis (ride, ndr). Nel senso che è da lì che ho iniziato ad ascoltare musica. Poi i classici: i Beatles, i Clash, i Rolling Stones, i Kinks… Non in questo ordine. Da lì poi ho iniziato a scoprire cose diverse, ora ascolto davvero di tutto ed è bello così secondo me. Non bisogna limitarsi, scoprire cose nuove è stimolante. Conoscere quello che c’è stato prima è importante tanto quanto sapere cosa sta succedendo ora.
Sei giovanissima, ma hai già creato – insieme ad altri – un’etichetta. Cosa vi piace? Chi cercate?
La nascita di Tempura Dischi è stato qualcosa di molto spontaneo e organizzato tra amici. Siamo nati con l’intento di sostenere la musica indipendente modenese ma con il tempo si sono aggiunti artisti che vengono da… un po’ dappertutto. Non cerchiamo nulla di particolare, se non di continuare ad aiutare e alimentare queste piccole realtà.
“Find a Place to Sleep”… L’hai trovato questo posto? Cos’è per te dormire? Dimenticare, sognare, fuggire, essere o mettersi al sicuro?
Diciamo che in questo disco per me “dormire” è trovare un posto sicuro e felice in cui restare. Smettere di spostarsi e smettere di cercare sempre qualcosa. Non so se l’ho trovato, non credo, ma comunque questa ricerca mi ha portata fin qui quindi sono contenta e ti dirò, forse preferisco così.
(21 giugno 2018)
(foto in evidenza di www.leilaura.com)
Info: www.herskin.tumblr.com