Ezio Bosso e Riccardo Paterlini, Teatro Sociale di Gualtieri
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In ricordo di Ezio Bosso, la testimonianza del Teatro Sociale di Gualtieri

Il Teatro Sociale di Gualtieri, che con Ezio Bosso aveva un legame speciale, ha condiviso un ricordo del direttore d’orchestra e musicista scomparso pochi giorni fa.

L’Associazione Teatro Sociale di Gualtieri ha condiviso un ricordo del Maestro Ezio Bosso, scomparso lo scorso 15 maggio. Il legame del direttore d’orchestra, compositore e musicista con il Teatro Sociale di Gualtieri risale ai tempi della primissima riapertura nel 2009 quando Bosso regalò un concerto al Teatro per contribuire alla sua rinascita.

Da quel momento in poi il regalo si è ripetuto ogni anno con un progetto speciale. Tra questi, le esibizioni con il suo trio nel 2010 e nel 2012, anno in cui l’amministrazione comunale di Gualtieri gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Nel 2015 Ezio Bosso è salito sul palco da solista al pianoforte, nel 2016 si è esibito in piazza Bentivoglio con gli 8 Violoncelli di Torino e David Romano al violino mentre nel 2018 e nel 2019 ha diretto la StradivariFestival Chamber Orchestra.

«Per noi è sempre stato e sarà sempre semplicemente Ezio. Un amico»

«Riusciamo a scrivere soltanto ora. Nei giorni scorsi la voce ci è venuta a mancare, perché il Maestro Ezio Bosso per noi è sempre stato e sarà sempre semplicemente Ezio. Un amico.
Un amico del Teatro Sociale, dall’inizio, dalla prima riapertura nel 2009; e un amico mio e di Rita da prima ancora, dal 2004 quando ci siamo incontrati per la prima volta a Monchiero nelle Langhe. Ancora adesso ci risulta difficile scrivere, perché nel raccontare questi anni di stretto legame con Ezio emergono contemporaneamente ricordi privati e ricordi pubblici, e diventa complesso scegliere cosa condividere […]».

Riusciamo a scrivere soltanto ora. Nei giorni scorsi la voce ci è venuta a mancare, perché il Maestro Ezio Bosso per noi…

Pubblicato da Teatro Sociale Gualtieri su Lunedì 18 maggio 2020

foto in evidenza: Ezio Bosso e Riccardo Paterlini (di Francesca Parisini)